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lunedì 20 marzo 2006

LUNEDì COL MORTO

Cosa non può capitare viaggiando con le Ferrovie dello Stato...
Stamattina è successa un'altra delle mille avventure che succedono ogni giorno sulla cara, vecchia rete ferrata.
Lunedì mattina, che palle, voglia zero di andare a lezione...voglia zero di prendere il solito treno in ritardo, di perdere la solita coincidenza, insomma, voglia zero di addentrarsi nella routine del periodo delle lezioni all'università...
E invece ecco un susseguirsi di imprevisti: il treno è in orario e la coincidenza è a portata di una corsa su e giù per il sottopassaggio della stazione stracolma di pendolari...miracolo!!! Dopo una settimana di ritardi ce l'ho fatta a prendere quel maledetto treno!!! Potrò finalmente arrivare in facoltà con un attimo di anticipo, giusto il tempo di decidere se seguire le prime due inutili ore di lezione o mettermi in aula studio a fare un po' di fisiologia 2...
Dopo la corsa per salire sul treno trovo a fatica un posto a sedere verso il fondo del treno...il lunedì mattina alle 8 il treno è sempre stracolmo. Una volta seduta mi metto a leggere la dispensa di fisio 2...il treno segue il suo percorso obbligato, le solite curve, i soliti ponti...le solite frenate improvvise, non si sa mai per quale ragione, perché poi il treno riparte sempre...
Stavolta invece la brusca frenata, a pochi minuti dall'arrivo, aveva una ragione ben precisa: i viaggiatori nella prima carrozza l'hanno percepito come un tonfo violentissimo...una persona si è suicidata buttandosi sotto al treno.
Dopo lo sgomento iniziale di tutti, le chiacchere e i pensieri cinici hanno cominciato a correre di bocca in bocca tra i passeggeri (me compresa, lo ammetto): specie tra studenti che avevano esami da sostenere e lavoratori, una delle prime battute è stata "ma non poteva scegliere un modo meno incasinato per ammazzarsi?".
Da questo momento in poi, per citare una battuta dall'ultimo film di Johnny Depp, "non vi piacerò"...nel senso che forse ho agito e pensato in una maniera che agli occhi di molti è sembrata crudele e cinica...già il fatto che volessi scrivere sul mio blog a proposito di questo fatto è sembrato qualcosa di irriverente, scandaloso, irrispettoso nei confronti del defunto (comunque pace all'anima sua...ma se l'è cercata...). Io comunque mi sento in pace con me stessa...e se il mio comportamento non vi piacerà non me ne frega molto e poi vi spiegherò il perché di questa soddisfazione personale.
In breve cos'ho fatto? Ho raggiunto un mio compagno di università che si trovava in prima carrozza (che ha sentito il botto tra l'altro...Filippo, grazie per la compagnia e per aver condiviso quei momenti un po' "splatter"!!!) e ci siamo messi a curiosare dal finestrino le operazioni di rimozione della salma (che non abbiamo visto) e di pulitura dagli ultimi residui umani del treno da parte delle autorità competenti...dai termini che ho usato per descrivere l'accaduto avrete ben capito che non mi sono fermata un attimo a pensare che era una vita umana spezzata dalla disperazione o da chissà quale assurda ragione per giustificare un'azione del genere...sempicemente ho seguito la mia curiosità, che indagava su ogni immagine che vedeva, ogni goccia di sangue sui guanti degli addetti ai lavori, ogni lontano brandello di carne...non so, la mia testa mi diceva di guardare, osservare, "farmi lo stomaco"...prepararmi a quello che potrebbe essere un futuro ad un tavolo chirurgico...o autoptico...
Il nocciolo della questione è che non sono pentita di essere arrivata all'università e raccontare con entusiasmo ai miei colleghi mezzi schifati quello che ho visto...non perché fossi entusiasta di aver visto brandelli di carne umana e aver respirato odore di sangue e morte alle 10 di mattina (siamo arrivati a Ferrara con 1 ora e mezza di ritardo)...ma perchè ho gestito una morte con coraggio. Certo, da quel che dico può sembrare che fossi più entusiasta per lo spettacolo splatter che per altro...ma se la vedete solo da questo punto di vista, non mi conoscete abbastanza e mi giudicate superficialmente. Non nego che sono rimasta sbigottita dall' imprevisto mattutino e che la mia curiosità "medica/splatter" in certi momenti ha prevalso...ma l'adrenalina che mi scorreva nelle vene era perché ero vigile, consapevole dell'accaduto, per nulla intimorita e reattiva a qualsiasi cosa, se necessario...non mi sono nascosta per una volta dietro all'idea di una bara, di corone di fiori, di familiari addolorati e in lacrime...non ho avuto paura della morte, intesa come la naturale disgregazione di questa macchina fantastica che è il corpo umano...perché la morte è anche questo...non è solo il doloroso, per chi resta al mondo, passaggio dell'anima di una persona cara ad un luogo migliore...per chi ci crede; pur essendo io credente, penso che (sia secondo credenti e non) la fine della vita sia uno stop al funzionamento cellulare, sia innanzitutto il fermarsi dei meccanismi vitali...il nostro corpo, indipendentemente dal discorso anima, finisce in questo modo. Ed è qualcosa, secondo me, di affascinante, almeno quanto lo è l'attivarsi di questi stessi meccanismi, la creazione di una vita. Quindi perchè avrei dovuto essere meno realista nel raccontare una cosa che ho visto ed esiste, è tangibile, fa parte di ognuno di noi in quanto essere vivente?
Certo, non mi riguardava da vicino, fosse stato un mio parente le cose sarebbero state diverse...ma sarebbero diverse anche per il più bravo dei medici legali...
Però lo ripeto io mi sento fiera di come l'ho vissuta e non mi sento cinica e fredda, anzi ritengo molto più cinico chi fa tanto la persona perbene e ossequiosa quando sente parlare di certe cose, che possono capitare, perché fanno parte della vita, e poi quando si tratta della propria carriera, per esempio, non guarda in faccia nessuno...magari neanche gli amici...queste persone mi spaventano davvero...molto di più di quello che ho visto stamattina...

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