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giovedì 7 settembre 2006

QUANTI CAMBIAMENTI

Pubblico questo post in differita, dato che, nel preciso istante in cui sto scrivendo, non mi è possibile accedere ad internet. Comunque sia, leggete…

Sono le 15. 13 di un afosissimo 4 settembre 2006. Mi sono installata, assieme a Giulia, nell’appartamento di Ferrara. Ora siamo qui in camera, a riposare, prima di metterci a studiare, si spera con profitto. Stamattina ho partecipato alla prima esercitazione di semeiotica, ergo sono andata per la prima volta con camice e stetoscopio a mettere le mani addosso a dei pazienti. Dire che è stato traumatico è dire poco…oltre ad aver aspettato i prof per oltre un’ora, il mio dottore di riferimento era in ferie, quindi io e agli altri compagni del gruppo abbiamo seguito un altro professore…che ha fatto domande a destra e a manca…ne siamo usciti un po’ bistrattati, anche se la vera batosta ce l’ha data “L’INNOMINATO” (quelli che studiano con me sanno di chi parlo, è un prof che porta sfiga se lo nomini…), il quale, molto cortesemente, ci ha fatto passare per imbecilli e pretendeva che fossimo già lì a fare anamnesi, quando non sapevamo da che parte cominciare…
Insomma, non è stata una bella esperienza, anzi, mi sono venuti molti dubbi. Certamente vedere i dottori competenti, come lavoravano, questo m’è piaciuto molto. Una volta acquisite le capacità, dev’essere un lavoro molto bello (e non capisco perché ci mettano davanti al lavoro vero e proprio solo al 4 anno…se a uno non piace che fa, cambia facoltà al 4 anno?)…d’altra parte, il pessimismo cosmico da 1° giorno mi dice che forse non sono tagliata per tutto ciò. Sarà che siamo capitati subito in una stanza di signori anziani (non il mio target preferito insomma), il prof un po’ troppo brusco, zero organizzazione, perché non sa niente nessuno e quindi nessuno ci spiega una virgola, saranno altre mille cose...non so. So che vedo l’esperienza come una montagna gigantesca da scalare…e io di solito preferisco il mare…
A tutto ciò si aggiunge la lontananza da casa, che, non l’avrei mai detto, pesa un sacco…forse perché l’appartamento non è ancora finito del tutto e mi manca l’idea di una casa vera e propria…
Si aggiungono le mille faccende da sbrigare, tra bollette, spesa, la caldaia che non riusciamo a far partire e il tecnico che non ci viene ad aiutare…sono già stanca, mi sembra di non aver fatto vacanza, o meglio, che i giorni felici siano irraggiungibili e che non riesca ad andare avanti così per un anno…
Sicuramente è questione di abitudine, è tutto lì il problema…solo che bisogna esser bravi ad abituarsi…e ora non so se ne sono in grado…
Mi sento risucchiare in un vortice di difficoltà…spero di trovare la forza per uscirne…

1 commento:

Anonimo ha detto...

Proverbio inventato sul momento: per quanto gigantesca sia la montagna, prima o poi si torna a valle.